domenica 25 aprile 2010

Fuoco con fuoco

In questi giorni mi sono caricata di tutto un po, anche della rabbia di molti, per tutto quello che succede, attorno, dentro e fuori da noi, che a volte rimaniamo inebetiti fronte a fronte alla realtá, frente a frente si direbbe in cubano, mi piace questo termine. 

Fa comodo tirar fuori lo scandalo pedofilia preti adesso, (é da anni che sparuti adulti giocano al ''dottore'', o no?), cosí ci si allontana per un attimo da quella che è la realtá nuda e cruda: il mondo è pieno di pedofili, stupratori, profittatori, volgarissimi individui ai quali si da sempre uno spazio plateale, chissá perchè?
Nessuno s'accorge che forse il problema è a monte? 

Non ci si accorge mai dei bambini sino a quando ce li violentano, allora si che forse addolorati muoviamo il culo e la mente... I bambini ci osservano a noi adulti, e loro sarebbero quelli che ci, (forse) assisteranno quando saremo tutti noi, adulti di oggi, i vecchi decrepiti di domani. 

Come è possibile che ancora oggi ci siano bambini che muoiono di fame in tutto il mondo e che ci siano ancora madri che mandano i loro figli alla guerra, e che ci siano padri che non sono capaci di difendere la loro prole per cui imbracciano fucili pensando di fare la cosa giusta, come è possibile che si costruiscano armi ancora, come è possibile che esiste la religione che ancora oggi commette genocidi in nome di un dio inventato, come è possibile che ci sia gente che si sposi ancora dentro quelle sporche chiese, come è possibile che si festeggi qualcosa ch'é stato motivo di stragi millenarie, come è possibile che ancora si permetta a esseri cosí volgarmente immondi come Berluskoni di essere padroni dei desideri di un popolo, come è possibile che non si riesca a vedere dove sta la menzogna, Obama non si scusa per il genocidio commesso in Armenia, il Papa non si dimette, invece di insozzare con la sua opulenta germanica presenza il pensiero aulico dell' individuo pensante, che siamo tutti noi, che sappiamo perfettamente cosa è bene e cosa è male... Come è possibile che in nord europa si mangiano le banane, come é possibile che nella latinoamerica sfruttano indigeni e avvelenano il sangue dei loro figli nelle bananiere nord americane e europee, come è possibile che si metta al dito o al collo diamante raffinato, come è possibile che uomini-schiavi lavorino sotto terra e muoiano senza vedere mai la luce per tirar fuori catene dorate che donne e uomini vanitosi metteranno nei loro corpi assenti...in bella vista, per attirare l'attenzione, in un pensiero bunker, legami, legami di ogni tipo, come è possibile ancora... e tutte le atrocitá che si concatenano una dopo l'altra in ogni anfratto della terra, come é possibile ancora...

¿¿¿¿¿?????

Tutti siamo stati bambini, gli adulti della storia nostra non ci hanno mai raccontato la veritá, fa comodo stare legati alla sedia, l'ignoto fa paura fradicia dentro le menti volute mediocri da presenze oscure irraggiungibili, poteri occulti in mano di pochi strafottuti ricchi e straricchi, che pensano che solo un movimento è quello che si deve seguire: violazione, violazione, violazione sotto i nostri occhi, capaci di star zitti nella maggior parte dei casi...

Ho visto silenzi immutabili in troppe facce di adulti per credere che un Berluskoni ci sia arrivato dal celo, ops non ce n'eravamo accorti... ho visto adulti tacere di fronte all'evidenza di un peccato cosidetto mortale, lo ricordo, il pugno di mio padre quando gli dissi che lo zio mi aveva toccato il culo volgarmente... ricordo il sangue colarmi dal naso, non sono l'unica che ebbe sí tan brutta esperienza illogica. (intercalare cubano)

I bambini ci osservano, cosa ne esce fuori a copiare una sí brutta copia dell'umanitá?

giovedì 15 aprile 2010

Pedo

O peto, in italiano. 
Giuro traduco questo post anche in spagnolo, glielo devo a un'amica costaricense.
Sara, para ti.

Sono giorni che penso in qualcosa da dire sui fattacci di pedofilia scoperti d'un tratto e che quindi hanno sconvolto il mondo intero...

Sono giorni che penso e rimugino che dire, non capivo perchè non mi venisse l'impulso dettato dalla rabbia, dall'impotenza o da qualsivoglia reazione, in questi casi giustificata anche l'ira iraconda del coraggioso Achille che sicuramente avrebbe tagliato la testa al Papa...

...e poi ho capito, adesso, cosí, d'improvviso, che cosa mi bloccava dal vomitare, forse, parole innominabili sul mio foglio vitreo di questo post. 

Ma certo! 

Ho ricordato! Sono cresciuta in un collegio pieno di suore, a sette anni é difficile ragionare, si é ancora in fase di osservazione degli adulti. Ero lí perchè ero 'malata', tra virgolette ché stanno a significare che a quell'epoca tutto era tremendamente patetico che sfiorava il ridicolo.

Ebbene, una notte una suora giocó con me, con il suo crocifisso. Non ho brutti ricordi o traumi nascosti, a non essere che si vuole definire patologico il mio disgusto per tutto ció che è a forma di croce, scelgo sempre testa quando si tira una moneta...

Quello che voglio dire è, ma di che cazzo ci stupiamo ora? sono anni e anni e oserei dire duemila anni che subiamo le angherie di adulti deliranti che l'unica cosa che sono riusciti a fare è distruggere l'umanitá tacciando di peccato originale l'unica maniera che abbiamo per continuare la specie, ma si puó essere piu imbecilli di cosí? 

Ma dobbiamo citare ancora la tratta dei negri? (cadenza palermitana) la distruzione in massa dei nativi della latinoamerica, le famose guerre sante? La inquisizione? L'abiura all'omossessualitá? E ancora vi volete sposare? Ma insomma!!!

Ma quanti racconti ho sentito tra i miei amichetti di collegio! E quanti ne ho sentiti ancora fuori dal collegio, e ho cinquant'anni ora. La mia fu una giovinezza dove se chiamavo i carabinieri al telefono, pesantissimo, era di quelli neri della Sip, per denunciare mio padre che mi menava con la cinghia, mi rispondevano cosí: (cadenza catanese) é tuo paatreee, se ti da colpi magari te li meriti pure, e tu cosa hai fatto per fallo arrabbiari? Insomma che mio padre aveva tutto il tempo di finirmi durante sto dialogo assurdo al telefono con i carabinieri...

...non so cosa è peggio, farsi menare dal Papá o farsi violentare dal Papa?

Tutti sconvolti nel mondo, i preti pedofili, brrr... peró poca gente si sconvolse quando Papa Wattila fu complice della matanza di musulmani in ex Iugoslavia. Quanti bambini morirono? A chi cazzo glie ne fregava? Al Papa no di certo, visto che lui non andó a Sarayevo, il Dalai Lama si...

Pochi si ricordano di tutti gli scempi perpetrati dalla chiesa cattolica romana? io mi ricordo benissimo, e visto che ho vissuto a Cuba un po di anni, mi ricordo anche dell'operazione Peter Pan, migliaia di bambini strappati dalle mani dei genitori per farli finire schiavi nelle case dei ricchi americani... 

In nome del Signore, quale signore? chiedevo sempre, quando ero bambina. Che il Signore era un pedofilo lo sappiamo da mó, sennó spiegatemi cosa ci fa sto Signore in ogni luogo spiando a destra e a manca.... questo mi domandavo quando ero un'adolescente, mi dava fastidio sto Signore guardone...

E a quindici anni non credevo certo alle favole! E i preti si facevano fare le seghe dai ragazzetti valorosi, giá che si guadagnavano qualche soldino, erano cose d'altri tempi, odori di sacrestie, di candele spente la per lá, e organi celestiali, poveri uomini intonacati... ho sempre creduto che è proprio la chiesa che dovrebbe sparire. E cosí non ci sarebbero piu poveri cristi confusi. Sto Cristo in croce lasciatemelo dire é di una volgaritá inaudita, ma come si fa a dover sopportare questa statua insaguinata in tutti i luoghi del mondo? Ma dico? Ma siamo matti? La chiesa é masochista, non ve n'eravate accorti?

Che la nostra societá è una societá malata lo sappiamo da mó...altrimenti signori miei non si metterebbero tutti quei culi in vista nei programmi televisivi e poca cultura di contro, quasi zero, ma siamo nel 2010 per dio, oh! M'é scappato...

Una roba del genere non succederebbe mai nel mondo musulmano....non che io sia musulmana, per caritá, non credo a ció che gli uomini tramandano tramando, giá che sicuramente il passato degli uomini è segnato da vie sporche di sangue. La Storia ci insegna. Solo vorrei sottolineare che non si puo continuare a essere complici della menzogna piu grande della Storia del mondo. 

Di quello che dice il Signor Papa me ne sbatto altamente, la sua figura è offensiva apriori da secoli. I suoi sporchi gioielli sono impregnati di sofferenze inaudite, (immaginatevi di stare sotto terra a raccogliere lapislazzuli, e poi me lo dite se vi piacerebbe tenere al dito qualcosa di tanto meschino) bassezze immonde, stupri (ricordiamoci di Lucrezia Borgia, diamo lei pace), eccidi in massa, occultazione della veritá scientifica, (Galileo, Leonardo da Vinci...), conversioni forzate, ( I Celti del Nord Europa, i Negri d'Africa, gli indigeni Maya e Incas, gli Indiani d'America, gli Aborigeni australiani...  ricordarli tutti si fa fatica giá ché sono un'infinitá di storie orribili, di torture, di omicidi...

Mia madre era grata all'Istituto Don Bosco, e alle caritatevoli sorelle pie, povera ingenua, mica lo sapeva che tutta sta gente veniva sovvenzionata dallo Stato, a noi poliomelitici spendevano una misera e il resto alle casse del Signore... che scandalo successe allora... della pedofilia peró nemmeno a sfiorare l'argomento, altrimenti il papá violento ti sfiorava la faccia sino a farti sanguinare il naso...

non so cosa era meglio, se un papá violento o un papa pedofilo, ci sto ancora pensando...

domenica 11 aprile 2010

Sofferenze annunciate

Oggi voglio pubblicare sul blog un carteggio che ho avuto con una persona che ha visto e commentato un mio cortometraggio su Facebook:
G: Ho visto il video 'Libertad de movimiento' delicato e struggente tragico come i siciliani guardano la vita.
Risposta: Mi spiace dissentire da quello che dici, ma non lo considero un lavoro struggente come i siciliani, lo considero dirompente come i siciliani...e non è tragico, tragico è rimanere fermi e non far nulla solo perchè siamo convinti di non potere, Yamilet ci dimostra che possiamo fare tanto e molto di piu ancora. 
G: Ed anche questo è vero. Possiamo fare di tutto e molto di più. Il tragico di cui parlo forse è legato a mie esperienze personali con l'handicap e all' angoscia che mi prende pensando al futuro. Il video è molto bello comunque.
Risposta: Perché la mela si chiama mela? Perchè altri lo hanno deciso, io non ero presente a quella riunione, sicché l'handicap esiste nell'immaginario collettivo, tu sei G..., una donna, é l'unica cosa che devi sapere, il resto viene da se, segui il tuo istinto e non quello che ci impone questa societá malata di negativitá irreversibile. Non esiste l'handicap, esisti tu e io, qui e ora, stiamo parlando al mondo grazie alla tecnologia, e questo è un fatto straordinario davvero, si puó muovere il mondo solamente con una leva, basta volerlo. Te lo dico io che ho voluto mettermi in piedi e danzare, malgrado la gente dicesse che ero zoppa...stupidaggini del clero que ha lavorato bene per danneggiare i cervelli, la diversitá fa paura, non rientra nei canoni dell'usuale, del detto e comandato. Libertá di movimento è necessaria se vogliamo cambiare le coscienze, se tu cambi, tutto cambia magicamente attorno a te. Nulla è impossibile, la vita è.
G: Me l'ha detto Ilaria che eri una donna tosta e mi piace se ci vuole essere cazziata. Mi esalta constatare che gli uomini per parlarsi ci mettono niente. Mi piace entrare in contatto con il mondo diverso tramite questo aggeggio senza anima e animatissimo dalle voci del mondo. Questa mattina ho parlato con Ilaria che ancora doveva andare a letto. Ora mi trovo a contrastare con te che mi fai simpatia in meno di 10 minuti. Il clero avrà lavorato bene ma non con me che l'ho contestato all'età di 14 anni quando con Danilo Dolci ho capito che i santi stanno già bene in paradiso e che gli uomini hanno più bisogno sulla terra. Poiché ho 20 anni più di te ti voglio lasciare al pensiero artistico e creativo e non ti voglio raccontare che l'handicap e' fatto di corpo e sofferenza di madri dolenti e di uomini con gli occhi spenti. No non ne voglio parlare perchè ancora voglio credere che tutti gli angeli senza ali possano ancora camminare. Ciao. 
Non ho ancora trovato le parole per rispondere a G., la unica cosa che mi viene in mente è che nel mio passato di bambina e poi di adolescente e poi di donna l'handicap è stato sempre visto come qualcosa da nascondere, una mancanza grave, e questa convinzione io l'ho letta sul volto degli adulti di allora, appunto di quelli che ora hanno venti anni piu di me, per cui penso seriamente che se oggi abbiamo ancora sto problema del cazzo è perché allora forse gli adulti di allora hanno proprio lavorato male... questa è l'unica risposta che sento di dare agli anziani di oggi, si è seminato male, non si raccoglie nulla.

Sino a quando le societá di ogni Paese crederanno nell'esistenza della malattia mentale non ci saranno mai relazioni di rispetto tra gli individui, meno che meno di persone portatrici di immani sofferenze, como puó essere uno stato di handicap grave ignorato dalle autoritá competenti, come appunto i Comuni o le Regioni o i Governi, che li facciamo noi che siamo quelli che votiamo.

martedì 6 aprile 2010

Al popolo Saharawi del deserto di questo mondo a volte crudele.


Un oasi nel deserto
Era il quindici di aprile del 2008, ero nel deserto del Sahara, nell'accampamento di Dajila. Voglio dar voce a quello che scrissi allora, il popolo Saharawis ha bisogno di noi, é inammissibile che nel 2010 si constringa un popolo a vivere in condizioni all'estremo della sopravivvenza. Quello che mi ha affascinato é stato il vedere l'orgoglio di questa gente dolce e pacifica tra le pieghe dei veli da dove s'intravedevano sguardi carichi di dignitá e forza.

15/Aprile, Dajila, 2008
Ed oggi sono qui, nel deserto del Sahara, sto esattamente dove volevo stare giá anni fá, trenta, per essere esatti, e sono qui seduta nel buco del culo dell'Universo, sotto uno sparuto numero di palme dell'unica oasi di questo Popolo orgoglioso e fiero.

Non si tratta di quelle oasi che uno s'immagina con un piccolo laghetto e cammelli bevendo sino a saziarsi e odalische danzando con il ventre e campanellini ai piedi scalzi...La mia é un'oasi piccolina, non c'è acqua nemmeno a sognarla e come in un miraggio appaiono cinque pecore passeggiando unite, strettamente unite tra loro, mi guardano curiose, lo fanno come lo fa la gente di questo deserto, e gli uomini, che si prendono per mano quando passeggiano con i loro sahariani svolazzanti al vento caldo e avvolgente...che quando si presentano mi danno la mano destra una e una e un'altra volta ancora, e dopo aver sfiorato le mie dita dolcemente se la portano al cuore una e una e un'altra volta ancora...

...offrendomi poi questo pezzo di rena come fosse la cosa piu preziosa della Terra. E acqua dentro otri di pelle di capra, gli occhi brillano di gioia quando ti guardano bere con soddisfazione, il sole comincia a dare colpi secchi e tutto intorno luccica.

Non ci sono molti cammelli, in cambio ci sono moltissime mosche gentili che si posano leggere sopra il mio corpo, impercettibili lo fanno, una e una e un'altra volta ancora, e mi par intravedere le loro zampette posarsi sui loro cuori allegri.

E i bambini escono da scuola come tutti i bambini del mondo, giocherelloni e felici con i loro zainetti sulle spalle e i loro vestiti lunghi, si soffermano sotto le palme a giocare con le pietre e la sabbia del loro deserto. I passeri volano solinghi per poi incontrarsi in volo in numero di massimo due. 

Il vento caldo é come me l'ero immaginato, il freddo della notte meno.
Le case di mattone di sabbia color caffélatte e porte azzurro mare come gli occhi di cert'uni che mi guardano intensamente. É un popolo dolcissimo, mi sorridono a dieci passi dall'avermi raggiunto. Il loro osservare strabocca di semplicitá commovente., esiste il pericolo di innamorarsi, tutti sono allegri, nonostante posseggano solamente il cielo, la sabbia, le stelle e la luna menguante... s'intravedono le bocche carnose sorridenti ben disegnate e il vento ritorna per accarezzarmi una e una e un'altra volta ancora.



17 aprile, sotto la stessa oasi…
Sabbia, sabbia, sabbia, vento e sabbia sotto le 32 palme. Oggi ci sono un bel po di capre belanti, mangiano, alcune, corteccia d'albero. Cornacchie blu scuro volano rasente terra color noce tenue. Mulinelli portano seco fogliame secco e pelo di cammello ingarbugliato, gli scorpioni vanno per il loro cammino assolato.
Qui si vive a contatto con la terra, culo a culo con essa, tappeti azzurri e rosso sangue, cuscini di velluto scarlatto e blu oltre mare. Il Té preparato da mani sagge passa dalla teiera d'argento cesellata alla maniera delle mille e una notte a un bicchierino di vetro all'altro in numero di otto, un rito che si ripete  da mille e mille ore piacevoli passate a chiaccherare di tutti i fatti della vita.

Il primo sorso é amaro come la vita, il secondo é dolce come l'amore e il terzo é soave come la morte. Che fortuna passare per le tre stazioni di questa usanza. Sdraiati stiamo tutti, donne e uomini, di notte sotto le stelle, le posso toccare peró non  oso, non oserei mai sporcarle. Il silenzio é spesso, la luna mi copre di luce quanto basta  per permettermi di percepire sagome di case mormoranti. Il suono dolce dello scirocco porta con se eco di voci in lontananza. 

Oh! Anime sagge giá andate! Oh! dei passati, presenti e futuri, questa causa é piú grande di me, saró capace d'abbracciarla? Prima che si sfracelino queste pietre sabbiose color ocre cangiante, prima che i giovani si perdano per le strade del mondo, prima della fuga, prima, prima, prima che gli anziani se ne vadano per sempre. Dove potró incontrare altrimenti occhi cosí intensi?



M'inchino in direzione est, saluto il sole che se ne va e tornerá domani senza dubbio alcuno, saluto il Dio di qua, percepisco soddisfazione intorno a me, i miei ospiti si sentono onorati, e Lui sembra sorridermi benevolo...

É imprevedibile il vento, gira in vertiginosa danza invadendomi le narici e i veli del mio vestito che porto con orgoglio alla maniera dei Re del mio deserto, se non mi alzo adesso mi sotterra anche non volendo. Devo trovare la forza per camminare anche se faticosamente, chi si ferma è perduto, é perentorio muoversi, criminali sono quelli che ce lo impediscono, la pagheranno un giorno.

Ritorneró per salire sulla gobba di un cammello pacifico? Voglio ripercorrere da sola le orme del Leone del deserto, e quelle dei miei ancestri, siciliana sono e non mi pento, questa sabbia sottile arriva ogni giorno alle sponde della mia isola antica, il mio volto me lo dice che fúi anche nordafricana mille anni orsono...

Il sonno mi vince alle due del pomeriggio, cous cous e carote con cipolle e carne di cammello che non voglio mangiare assolutamente, non posso ingurgitare un fratello cosí simpatico e utile, mi salverá la vita un giorno, si ricorderá di me, posso starne certa. Le mosche non mi lasciano dormire, non vogliono, hanno tutta la ragione, mi rimane poco tempo per godere di questo velo Saharawi nero cinese, il velo degli uomini che mi sono messa in testa alla maniera dei Berberi. 

Ridono di me i bambini al vedermi passare per la strada polverosa , mi hanno spiegato perché, rido con loro, giustífico la mia elezione, é molto piu pratico muovermi, le donne vestono pomposo, e il mio bastone non lo tollera, inciamperei su me stessa una e una e un'altra volta ancora.

domenica 4 aprile 2010

cuento fronterizo

Les contaré que ayer estaba en la frontera con Panamá haciendo la cola para timbrar el pasaporte. 

Estaba en medio de la nada absoluta, en la pobreza extrema, seas de los hombres que de la naturaleza. Me dividía desde Costa Rica un río sucio y un puente de madera de 200 metros de largo del siglo de la pipa, donde pasaban camiones de enormes dimensiones y gente de a pié de varios Países del Mundo que no osábamos mirar para abajo ya que por lo contrario no íbamos a dar un paso más hacia delante de tan terrorífico se veía aquello. 

Al rededor polvo y hambre y perros sarnosos y caras de militares de fronteras estilo panameño que lo miraban a uno con ojos de perros fronterizos encabronados, las únicas diversiones eran las tiendas panamericanas llenas de pacotilla china, norteafricana y canadiense, americanadas, como les decimos nosotros los sicilianos... 

Mientras estaba en cola se me acercó un niño pidiéndome la caridad, era un niño cholo, como le dicen aquí a los indios, de seis años de edad, muy simpático y insistente en sus plegarias, le dije que en la vida uno no debería nunca degradarse pidiendo la caridad, me miró sorprendido, pasamos un ratito untos. Nos reímos muchísimo y nos hicimos amigos, se llama Julio... 

Después nos perdimos de vista y al rato lo vi de lejos en medio a una multitud de gente, en las manos tenia una caja de madera, de esa con lo necesario para limpiar zapatos, lo llamé a voz alta, Julio, Julio, en medio de la muchedumbre, cuando me vio se precipitó corriendo hacia mi con una sonrisa a todos dientes, nos abrazamos y me dijo: ¿ves? seguí tu consejo, pero toda la gente tiene chancletas o zapatos de tenis, lo que funciona es que aunque no les limpio nada me dan dinero. ¿Es eso pedir la caridad? 

Le contesté que quedaba demostrado que a no ser patéticos se gana más, y el me dijo que era cierto, ya que ese fue el día en que ganó más dinero que nunca. 

Nos saludamos como dos compadres de toda la vida y se fue corriendo feliz hacia su destino y yo me quedé fascinada mirándolo y quedándome en el mio... fue extraordinario ver como un niño tan pequeño cargaba con descomunal alegría la injusticia de los hombres adultos.