sabato 24 dicembre 2011

En la selva tropical



Piove a dirotto
nella giungla
uccelli migrano
tra un albero e 
l'altro
cibo e foglie piu grandi
giustificano 
il viaggio

Llueve duro
en la selva
aves migran
de un árbol
a otro
comida y
hojas más grandes
justifican 
el viaje

sabato 3 dicembre 2011

Lettera al mio amico Francesco in viaggio in Brasile

Francesco,
ora sto per dirti qualcosa: ieri ho vomitato, ho mangiato una lasagna al forno preparata da un'argentina un po' arrabbiata, erano le due del pomeriggio, aveva smesso di piovere nel caribe, dove piove proprio a dirotto sulle palme, sulla spiaggia, sui tetti delle case, sulla gente, sulle macchine che vanno a 10 all'ora giá che i conducenti si cacano sotto dalla paura, Dhé! Come piove! Quando la stagione delle piogge. Ha piovuto che non so se Dio la mandava, o chi per lui la mandava pesante e ricolma d'acqua piú di quella che puó contenerne una goccia o due, sono certa ch'erano le due del pomeriggio, il sole brillava, il mio cane si faceva i cazzacci suoi, e non c'era verso di ordinargli qualcosa, erano 5 giorni che pioveva. C'incamminammo io, lui con fare da cane a quattro zampe, non ti stupire giá ché qui vi sono di quei cani che ne hanno tre, non so perché, sará colpa della pioggia, si nasce in fretta, non c'é tempo per andare in ospedale. Dicevo, aveva smesso di piovere, avevo fame, ho camminato sino al ristorantino carino che da sul mare, da dove se vuoi ti giri di spalle al mondo e di fronte hai le palme, quelle vere, quelle dalle quali ti devi guardare, possono perdere cocchi, fanno male se ti cadono a strapiombo sulla testa mentre passi inavvertitamente. Occhio vivo nella selva, puó essere che ostruisci il cammino di una culebra gialla gialla, bella bella, e dopo il mare, quello che vide Cristoforo Colombo, lo stesso mare, arrabbiato, che si scaglia contro i coralli che rinascono di nuovo, molti credevano di no, é proprio vero, la natura ha i suoi piani. Ero seduta lí, dietro di me il ristorantino di legno, molto carino, molto pittoresco, non bisognerebbe toccare cibo preparato da mani incazzate, non fa bene allo stomaco, c'erano due argentine, parlavano a voce isterica. Persino Dinkidú, il mio amico cane bianco, voleva andarsene prima ancora di ingerire la lasagna, che capirai, qui é un lusso, come lo era ai tempi di me bambina, era festa se nó ciccia, si mangiavano una volta l'anno, nelle grandi occasioni, c'era un motivo, sono pesanti, tutti pensano che fosse povertá, in veritá é una filosofia mangiare, preparare piatti é un'alchimia, e le mani e la mente dell'artista devono pensare solo all'allegria, altrimenti si vomita, noi malcapitati! Guardavo oltre le palme, oltre il confine del mare con il celo, le nubi mi fecero venire in mente una canzone, Messico e nuvole, ed avevo finito le lasagne di carne rossa, che non mangio mai, ecco perché ho vomitato, ho sentito l'animale ch'era piu isterico delle due argentine e Kinkidú messi assieme due minuti prima di morire. Ogni uno di noi sceglie il suo cammino, cio non di meno si é reso urgente andare verso la stratosfera per capire che cosa ci stiamo a fare qui ed ora.