domenica 28 marzo 2010

Dalla selva del Costa Rica oggi voglio scrivere in Italiano


Sono contenta oggi, una scrittrice ha risposto subito alla mia lettera di richiamo, Rita Pani, é sarda, una isolana come me. Che bello esserci, perchè di questo si tratta.

Mettetevi nei panni di una nonna come me, con due nipotini di pelle negra, li amo piu della mia stessa vita. Motivo sufficente per giustificare lo schifo che provo per tutta quella gente che si permette di offendere i miei cuccioli. 

Tempo di elezioni: ''Non posso tollerare la idea che oggi in Italia vincerá ancora una volta la idiozia totale.''

Sento di dire che tutti quelli che oggi voteranno per le file del premier del nostro Governo o sono completamente accecati dal nulla assoluto, o sono davvero esseri senza un briciolo di buon senso. 

Parole come: ' Volete che l'Italia si riempi di extracomunitari?; sono parole offensive, offensive per gli individui che partono fiduciosi verso altre terre per cercare di migliorare la propria condizione molto spesso disumana, e non esagero quando parlo di disumanitá. 

L'occidente ha strozzato il sud del mondo, dovremmo chiedere migliaia di volte scusa invece di continuare a mietere odio...

Mi é piaciuto molto l'incontro avvenuto al Paladozza di Bologna, Rai per una notte, abbiamo bisogno di gente come Santoro, come Travaglio, come Monicelli, come Daniele Luttazzi, come Benigni e come tutte quelle e quelli che erano lí a difendere un diritto che non si DEVE infrangere, la Libertá d'espressione.

Per tornare alla scrittrice che viene da un'isola come me che sono siciliana, Grazie Rita per avermi risposto, se tutti facciamo cosí possiamo auspicare davvero un cambiamento radicale, lo stesso auspicato e agoniato dal nostro Monicelli. 

Bisogna cambiare i linguaggi, ¡Adesso! Siamo tutti figli di questa Terra, nessuno ha il diritto di calpestare nessuno, tutti abbiamo il dovere di difendere questo concetto, potrebbe capitare anche a noi, in qualunque momento, di rimanere intrappolati nelle galere dell'ignoranza.

Ai miei nipotini racconteró senz'altro cosa ne é stato del suo avo africano, e mi spiace, ma gli racconteró la veritá. Che dolore doverlo fare! Sicuramente ci rimarranno di merda e purtroppo forse si insinuerá ancora una volta il tarlo della vendetta, dettata dall'orgoglio, dalla rabbia per le ingiustizie subite.

Aiutatemi a trovare le parole per raccontare loro una Storia infame senza ferire i loro cuori puri. 

2 commenti:

  1. Ero di fronte al paladozza di Bologna insieme ad altre migliaia di persone, è stato emozionante, sono uscito pieno di entusiasmo, se la guerra è mediatica allora armiamoci senza paura, se c'è ancora un vascello controcorrente ci imbarchiamo e da buoni marinai alziamo le vele... Oppure costruiamoci la nostra jangada, la nostra zattera, e usciamo dal maremoto; esuli ricreeremo altri mondi in altri luoghi, perché patria altro non è che un caso di migrazioni.

    RispondiElimina
  2. sono spostamenti d'arte che provocano agli sguardi atti d'amore, non si tratta di guerra, e non si tratta di armi, si tratta del buon senso, le scelte idiote si pagano sempre, la Storia ci insegna, ci sono voltuti 500 anni e tuttavia ancora non ci siamo per ripulire il sangue versato dalle popolazioni africane, la schiavitú esiste ancora, la vedo tutti i giorni in questa parte di mondo. Stop con le parole faziose, l'amore è nato con noi, l'odio ce lo hanno insegnato. guidado!

    RispondiElimina